Alluvione di Genova: l’esempio degli angeli del fango

Alluvione di Genova: l’esempio degli angeli del fango

Migliaia di genovesi, uomini, donne e bambini, sono scesi in strada armati di pala per dare il loro contributo in città e nelle valli interne più colpite dall’alluvione.

COME NEL 2011

Genova era già stata colpita nel 2011 da una pesante alluvione, allorchè il Rio Fereggiano esondò allagando il quartiere di Marassi e provocando sei vittime, oltre ad inquantificabili danni ad abitazioni ed imprese commerciali.

Questa volta non solo il Fereggiano ma larghi tratti del fiume Bisagno sono esondati provocando le stesse, drammatiche, scene viste tre anni prima. Non solo, questa volta anche fiumi „minori“ del genovese sono esondati provocando ingenti danni nei paesi dell’entroterra interessati. E‘ il caso per esempio del fiume Scrivia, all’estremo confine tra Liguria e Piemonte, le cui piene hanno provocato la devastazione di interi locali nel paese di Montoggio, hanno „mangiato“ tratti di strada nei paesi di Casella e Savignone, ed hanno allagato i paesi di Ronco Scrivia e Busalla.

Un'immagine amatoriale del pezzo di strada provinciale crollato nel paese di Casella

Un’immagine amatoriale del tratto di Strada Provinciale crollato nel paese di Casella

Si conta una vittima a Genova, un infermiere di 57 anni travolto da un muro d’acqua mentre tornava a casa dal lavoro passando in una galleria del centro, adiacente alla stazione di Genova Brignole, ed i danni ad abitazioni, infrastrutture e attività commerciali, sia nel capoluogo che nei paesi dell’entroterra, sono nuovamente incalcolabili.

LE CAUSE

Le cause di questo disastro, oltre che nella intensità delle precipitazioni, vanno ricercate nello stato di incuria e di inquinamento in cui versano i torrenti del genovese. Scarichi intasati, vie di scolo con scarsa manutenzione, ed una corsa all’urbanizzazione risalente agli anni ’70 e ’80 che ha portato a costruire abitazioni subito a ridosso dei torrenti, a volte addirittura modificando il corso e l’ampiezza degli stessi. Una immagine che rimarrà a lungo negli occhi degli abitanti di Montoggio colpiti dall’alluvione è quello di una lattina di aranciata con l’apertura a strappo commercializzata negli anni ’80 e 90′, giacente da chissà quanto in uno dei canali di scolo e poi portata via dalla furia delle acque.

E mentre le autorità vengono indagate per disastro colposo, a causa dello scandalo dei soldi stanziati ma non spesi per la messa in sicurezza dei fiumi, parte il solito giro di scarico delle responsabilità. Il sindaco Doria, per la cronaca a teatro nei momenti del dramma, spiega „Nessuno ci ha avvisato. Non c’era allerta. (..) Le comunicazioni dicevano addirittura che il fenomeno era in attenuazione e che per il giorno successivo non ci sarebbe stato che un generico rischio di qualche temporale.“. Versione chiaramente smentita da Gianfranco Saffiotti, presidente dell’Associazione ligure di meteorologia. “Intanto è falso dire che l’evento fosse imprevedibile. Che il Bisagno stesse per straripare era chiarissimo, ma ancora quaranta minuti prima della rottura degli argini il numero verde della Protezione civile era inattivo”.

E mentre il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando prima accusa „Il modello previsionale non ha funzionato. È la prima volta in dieci anni”, salvo poi fare dietrofront „Mi assumo la responsabilità“ promettendo „soldi a famiglie e imprese colpite“ c’è anche chi, come il candidato-sindaco Enrico Musso, sconfitto alle ultime elezioni, trova il tempo di accusare, twittando che „almeno quattro dirigenti del comune di Genova sono stati premiati con la „retribuzione di risultato“ per obiettivi legati al dissesto idrogeologico„.

GLI ANGELI DEL FANGO

E i genovesi cosa fanno? I genovesi scendono in piazza e spalano! Un popolo duro, a tratti scontroso, ma che in queste occasioni senza tante chiacchiere mette in mostra il suo grande cuore.

Un gruppo di giovani all'opera nel paese di Ronco Scrivia

Un gruppo di giovani all’opera nel paese di Ronco Scrivia

Migliaia di volontari,uomini, donne e addirittura bambini, di ogni classe sociale ed estrazione, armati di stivali e pala, uniti aldilà delle differenze sociali, sono accorsi in massa nelle zone più colpite dall’alluvione per dare il loro contributo, ovviamente a titolo assolutamente gratuito. Tra di loro anche persone importanti, come il calciatore del Genoa Luca Antonini, che ha dato il suo contributo nel quartiere di Marassi, vicino allo stadio, insieme alla moglie. Le squadre di calcio dilettantistico della zona hanno inoltre dato il loro contributo per sgombrare dal fango gli impianti sportivi più duramente colpiti.

Una volta di più una testimonianza, aldilà di ogni retorica di come la popolazione genovese, lasciata colpevolmente sola e non protetta dalle istituzioni, trovi in se stessa e nel proprio carattere la forza di reagire di fronte a disastri naturali di questa portata.

Foto di copertina di Enrico Pelos – http://www.enricopelos.it

Über Cristiano Cinacchio

Classe 1985, laureato nel 2011 in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Milano-Bicocca, con tesi in marketing relazionale e fidelizzazione del cliente. Nel marzo 2012 entra a far parte di DENIOS, in un primo momento come updater del db clienti. Da maggio 2013 è responsabile online marketing di DENIOS Italia e content manager di sito web e blog. Negli anni passati in DENIOS ha sviluppato grande familiarità con le tematiche riguardanti lo stoccaggio e la sicurezza sul lavoro nonchè un grande interesse per l'ecologia, la tecnologia industriale e le fonti di energia eco-compatibili.

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