DENIOS ha recentemente individuato una via per il proprio sviluppo globale nell’apertura di un nuovo stabilimento in Cina. Il paese asiatico è il maggior produttore industriale al mondo, ma al contempo possiede al suo interno molte contraddizioni e grandi possibilità di crescita. Scopriamole assieme.
LA CINA IERI – COMUNISMO E CARESTIE
Al pensiero della Cina nel ventesimo secolo è per antonomasia associato il nome di Mao Tse-Tung, leader del Partito Comunista Cinese e dittatore della Repubblica Popolare Cinese, nonchè autore del famigerato „Libretto Rosso„, che fu a capo della Repubblica dagli anni ’20 agli anni ’70 (periodo intervallato da un breve interregno di dominio giapponese a cavallo della II Guerra Mondiale).
Sotto Mao il nuovo governo riunificò il territorio e diede una struttura economica di tipo socialista al paese, con la nazionalizzazione delle industrie, la creazione delle comuni e la redistribuzione delle terre dei latifondisti ai contadini. Negli anni ’60, visto il fallimento del modello sovietico, si tentò la via alternativa del „Grande balzo in avanti„, un modello economico e sociale che avrebbe dovuto, tramite il coinvolgimento dei cittadini, trasformare l’economia del paese da prettamente rurale ed agricola ad industriale. Il risultato fu un colossale fiasco, che portò alla carestia e alla morte di milioni di persone.
Dopo la morte di Mao, a metà anni 70 in seno al governo cinese si affermò Deng Xiaoping, che riorganizzò l’economia cinese, favorendo il riconoscimento costituzionale della proprietà privata e l’apertura del mercato ad investimenti esteri. La politica dette i suoi frutti nonostante numerose proteste di massa, e dopo la ri-annessione di Hong Kong e Macao negli anni ’90 l’economia cinese è cresciuta fino ad arrivare ai vertici del sistema mondiale.
LA CINA OGGI – CRESCITA E CONTRADDIZIONI
Nonostante a volte sia impropriamente usata come sinonimo di bassa qualità, oggi la Cina è saldamente in testa alla classifica delle potenze industriali mondiali, con il 30,3% della produzione mondiale, e secondo i dati 2014 negli ultimi 10 anni ha avuto una crescita di oltre 20 punti percentuali. Inoltre il paese è anche al secondo posto nella classifica mondiale per Prodotto Interno Lordo, dietro agli Stati Uniti.
L’importanza della Cina a livello globale è inoltre dettata da altri primati: è stata il paese con lo sviluppo economico più veloce al mondo, il primo maggiore esportatore (2008), e il primo più grande importatore di merci (2010), mantiene dalla fine della seconda guerra mondiale il più grande esercito terrestre ed il budget per la propria difesa è secondo solo a quello degli Stati Uniti.
Ma non tutto è rose e fiori: il paese si trova oggi a dover far fronte a numerosi problemi, tra cui il rapido invecchiamento della popolazione a causa della politica del figlio unico, un ampliamento urbano-rurale ed uno squilibrio economico tra regioni costiere e interne che determina una pesante forbice sociale. Ma la piaga che più flagella il paese è il degrado ambientale, aggravato dai recenti disastri ecologici.
I DISASTRI AMBIENTALI – GUANZHOU E TJANJIN
La coscienza ambientale nel paese non ha il peso che ha in Europa, soprattutto in campo industriale, e questo ha causato numerosi disastri, tra cui i più recenti, ed importanti, a Guanzhou (di cui ci eravamo già occupati a questo link) e a Tjanjin.
A Guanzhou un’esplosione all’interno del polo petrolchimico ha generato un incendio che si è presto propagato a tutto lo stabilimento. Il mix di sostanze chimiche, tra cui alcune taniche di xilene (un derivato del benzene) che sono state coinvolte ha provocato la generazione di vapori tossici che hanno costretto le autorità a decretare l’allerta chimica, evacuando non solo il personale presente nell’azienda al momento dello scoppio ma anche la popolazione delle zone limitrofe, arrivando a coinvolgere quasi 30.000 persone.
Ben più grave il bilancio del disastro di Tjanjin, dove due esplosioni, una su una nave carica di esplosivi, ancorata davanti ad un magazzino ed una seconda in un deposito di prodotti chimici (tra cui cianuro di idrogeno, un gas tossico) hanno devastato il porto industriale. I numeri parlano di 150 vittime e quasi un migliaio di feriti, inclusi 85 vigili del fuoco, ed una concentrazione di polveri sottili e gas tossici tali da mettere in pericolo non solo gli esposti al contagio, ma anche le generazioni future.
IL KNOW-HOW DENIOS IN UN PAESE DA SENSIBILIZZARE
DENIOS è il leader di mercato nella tecnologia per la protezione dell’ambiente e nel mese di Aprile ha aperto un centro di produzione in Cina, a Taicang, per impegnarsi a garantire una maggiore protezione e sicurezza ambientale alle aziende locali.
Proprio per le caratteristiche fin qui evidenziate il mercato cinese si configura come un ambiente in crescita, dove la sensibilizzazione di azienda e datori di lavoro verso il rischio inquinamento è in crescita, e dove si sta toccando con mano cosa voglia dire trascurare l’ambiente che ci circonda. Ed esistono già numerose aziende che per la loro messa in sicurezza si sono rivolte con fiducia a DENIOS, il riferimento del settore grazie al know-how sviluppato in trent’anni di esperienza sul campo.
In Cina ha aperto la diciassettesima filiale di DENIOS nel mondo, nonché il settimo sito produttivo. Depositi per sostanze pericolose e vasche di raccolta in acciaio saranno prodotti direttamente in loco, mentre il programma di prodotti per la sicurezza sul lavoro sarà importato dall’Europa. Inoltre i grandi clienti saranno supportati con progetti speciali su misura.