L’eurodeputata danese Margaret Auken annuncia raggiungimento di un accordo UE sulle norme per ridurre l’utilizzo dei sacchetti di plastica
L’ACCORDO UE
Al termine dei negoziati con Commissione europea e Consiglio Ue, la deputata Margaret Auken, danese, ha annunciato che è stato raggiunto un accordo UE, ancora non definitivo ma che dovrà essere confermata da un comitato con i rappresentanti degli Stati membri dell’UE, per definire un nuovo percorso di riduzione o addirittura messa al bando per i sacchetti di plastica, i tradizionali „shopper“.
Nei commenti alla direttiva si legge che i sacchetti „sfuggono ai flussi di gestione dei rifiuti e si accumulano nell’ambiente, dove possono resistere per centinaia di anni, soprattutto sotto forma di rifiuti marini. […] Si stima che nel 2010 siano stati immessi nel mercato dell’UE 98,6 miliardi di sacchetti di plastica […] Le cifre sul consumo di sacchetti indicano grandi differenze tra gli Stati membri: si va dai 4 annui pro-capite di Danimarca e Finlandia, ai 466 di Polonia, Portogallo e Slovacchia„.
Se tutto venisse confermato, ogni Paese potrà scegliere le proprie metodologie per disincentivare l’utilizzo dei sacchetti di plastica o addirittura abolirlo definitivamente.
LA SITUAZIONE ITALIANA
In Italia una prima regolamentazione per i sacchetti in plastica non compostabile doveva entrare in vigore il 1° gennaio 2010 ma è stata prima rinviata e poi bloccata da una procedura di contestazione in sede europea. Al provvedimento erano infatti seguite regole per lo spessore dei sacchetti che sono ancora oggi oggetto della contestazione. Inoltre già all’origine la normativa non dava indicazioni né sui tempi della transizione né sulle sanzioni per i trasgressori.
Nonostante la crisi economica , che nei fatti significa minori consumi e perciò meno imballaggi in circolazione, la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica è aumentata negli ultimi anni di circa il 5% annuo, arrivando a quasi 20 kg pro capite, segno inequivocabile che i sacchetti di plastica continuano a circolare, anche se va detto che anche gli indici di efficienza del riciclo crescono anche se con trend minori.
A livello di consumo di sacchetti di plastica annuo pro-capite l’Italia, secondo le statistiche UE, si piazza in una posizione intermedia tra i limiti accennati nel paragrafo precedente, con 180 sacchetti pro capite all’anno.
I FUTURI SCENARI
Se l’accordo verrà confermato le nazioni si troveranno di fronte a due possibilità: o la riduzione del consumo di sacchetti di plastica a 40 pro capite annui, oppure il ritiro dal mercato dei sacchetti gratuiti in favore di quelli acquistabili a pagamento.
I due scenari non sono antitetici ma gli stati potrebbero decidere di adottarli entrambi, in ogni caso aumenteranno le forme di disincentivazione dei tradizionali shopper in favore di quelli in carta od in tessuto, anche a livello economico.
Se le nostre tasche potrebbero essere colpite, però, chi ne beneficerà sarà sicuramente l’ambiente: città, campagne e fondali marini più puliti, liberi da una tipologia di rifiuto che per biodegradarsi può impiegare anche centinaia di anni, come si legge nelle note della UE