Smaltimento di rifiuti urbani: è un Europa a due velocità

Smaltimento di rifiuti urbani: è un Europa a due velocità

Nello smaltimento di rifiuti urbani l’Europa si conferma un continente a due velocità: se gli stati originari dell’Unione possono definirsi virtuosi, Germania in primis, le new entry si dimostrano decisamente arretrate.

L’ASPETTO POSITIVO: CALO NELLA PRODUZIONE

Un aspetto positivo della gestione dei rifiuti urbani è il calo nella produzione degli stessi: nel 2013 si è scesi a 246 milioni di tonnellate di rifiuti, ossia il 2,4% di meno rispetto al 2012.

Più di un terzo di questi rifiuti viene ancora smaltito in discarica, un quarto viene avviato all’incenerimento mentre il 27% ed il 15% vengono rispettivamente riciclati e compostati. L’Italia si trova leggermente arretrata rispetto alle medie dell’Unione considerando che nel Belpaese ancora il 37% dei rifiuti viene smaltito in discarica.

In Italia come in Europa, comunque, la stragrande maggioranza di rifiuti è formata da quelli cosiddetti „speciali„. La percentuale di raccolta differenziata nel 2013 è stata pari al 42,3% e l’obbiettivo è quello di arrivare ad una percentuale del 60%, anche se esiste ancora una fortissima differenza tra il Nord (54%) ed il Meridione (28,9%)

GLI ANTIPODI: GERMANIA E ROMANIA

Agli antipodi di questa particolare classifica vi sono due paesi dal passato burrascoso: Germania e Romania. Nella repubblica danubiana (nella foto un particolare della città di Budapest) il 99% dei rifiuti viene smaltito in discarica, in pratica non vi sono altre soluzioni. La Germania invece si aggiudica la palma di nazione più virtuosa dell’Unione Europea: il 50% di rifiuti viene riciclato, il 35% incenerito ed il 18% subisce il compostaggio, così che solo l’1% viene smaltito in discarica.

Le differenze tra le nazioni sono molto marcate: le nazioni nordiche, Svezia e Norvegia, il Benelux e l’Austria fanno tutte registrare percentuali bassissime di smaltimento di rifiuti in discarica: sotto al 3%. Per contro nazioni come Grecia, Lettonia, Croazia e Malta fanno registrare percentuali superiori all’80%.

Eccezion fatta per il paese ellenico, si può notare come le nazioni „arretrate“ siano quelle che hanno fatto per ultime il loro ingresso nell’Unione Europea, confermando di fatto come l’Europa, in fatto di progresso, sia ancora un continente a due velocità.

L’APPROCCIO DELL’UNIONE EUROPEA

Per favorire l’uniformazione ad approcci più virtuosi l’Unione Europea ha emanato negli ultimi anni diverse direttive e norme per garantire una gestione sana e legale dello smaltimento di rifiuti urbani negli stati membri.

L’approccio generale dell’Unione si basa su 3 principi fondamentali: prevenzione, riciclo e monitoraggio. Ma la migliore soluzione rimane quella di limitare al massimo la produzione di rifiuti.

Lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi“ si legge sul sito dell’Unione „non è una pratica sostenibile, e neppure la loro distruzione rappresenta una soluzione, a causa delle emissioni prodotte e dei residui altamente inquinanti. La migliore soluzione rimane quella di evitare il più possibile di produrre rifiuti, e laddove possibile, procedere al riciclaggio delle varie componenti del prodotto.“

 

Foto „20130613 Budapest 05“ di Mark Ahsmann – Opera propria. Con licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 tramite Wikimedia Commons – http://commons.wikimedia.org/wiki/File:20130613_Budapest_05.jpg#mediaviewer/File:20130613_Budapest_05.jpg

Über Cristiano Cinacchio

Classe 1985, laureato nel 2011 in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Milano-Bicocca, con tesi in marketing relazionale e fidelizzazione del cliente. Nel marzo 2012 entra a far parte di DENIOS, in un primo momento come updater del db clienti. Da maggio 2013 è responsabile online marketing di DENIOS Italia e content manager di sito web e blog. Negli anni passati in DENIOS ha sviluppato grande familiarità con le tematiche riguardanti lo stoccaggio e la sicurezza sul lavoro nonchè un grande interesse per l'ecologia, la tecnologia industriale e le fonti di energia eco-compatibili.

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