Per un territorio finalmente libero da contaminazioni radiologiche verrà creato un deposito nazionale che accoglierà la richiesta di rifiuti nucleari da smaltire.
I RIFIUTI NUCLEARI
L’Italia è alle prese con le attività di smantellamento delle quattro centrali nucleari presenti sul proprio territorio, degli impianti di produzione del combustibile nucleare e di tutte le attività ad esse collegate.
Queste generano circa 55.000 mc di rifiuti nucleari, di cui il 20% circa ad alta radioattività e la restante percentuale a bassa o media radioattività.
A queste cifre vanno aggiunti oltre 15.000 mc di rifiuti radioattivi provenienti dalle attività di medicina nucleare, diagnostiche e terapeutiche (siringhe, flaconi, guanti, provette, ecc…).
Un numero che nei prossimi anni andrà a crescere con un trend di oltre 500 mc/anno portando la quantità di rifiuti da smaltire a quasi 100.000 metri cubi.
Allo stato attuale i rifiuti prodotti quotidianamente vengono raccolti presso i siti di produzione od in aree di stoccaggio provvisorio sparse su tutto il paese. Una situazione che richiede una soluzione definitiva, allineata ai migliori standard internazionali di sicurezza.
LA LEGISLAZIONE IN MATERIA
La direttiva europea Euratom (2011\70) ha imposto ad ogni stato membro dell’Unione la realizzazione di un deposito in grado di ospitare in sicurezza i rifiuti nucleari ed il combustibile esaurito derivanti dagli impieghi industriali e medico-sanitari.
L’Italia ha previsto, con DL 31\2010, un deposito nazionale destinato allo stoccaggio, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti nucleari ad alta radioattività, e allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti nucleari a media o bassa radioattività derivanti dalle attività industriali, medico-sanitarie e di pregressa gestione di impianti nucleari.
IL DEPOSITO NAZIONALE
Il deposito nazionale dovrà essere collocato in un parco tecnologico finalizzato alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni per la messa in sicurezza e lo smaltimento dei rifiuti di origine nucleare.
Il piano di intervento prevede investimenti ingenti, stimati in circa 2,5 miliardi di euro, nonchè un tempo di realizzazione che supera i 5 anni.
Una grande opportunità per il nostro paese che andrà a creare nuovi posti di lavoro per tecnici qualificati in materia e che restituirà un ambiente più pulito e libero da pericoli radiologici, creando condizioni di maggiore sicurezza rispetto alla situazione attuale.
Maggiori informazioni su:
Immagine principale di Janos Korom Dr. from Wien, Austria (Bécs 219 Uploaded by darkweasel94) [CC-BY-SA-2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], attraverso Wikimedia Commons
Immagine della centrale di Caorso di Simone Ramella [CC-BY-2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], attraverso Wikimedia Commons