Il primo novembre è stata la ricorrenza dei trent’anni dal disastro Sandoz, un evento che scioccò l’opinione pubblica e segnò l’inizio della protezione ambientale quale disciplina così come la intendiamo al giorno d’oggi.
IL DISASTRO SANDOZ
Nella notte del primo novembre di 30 anni fa, un incendio distrusse un deposito dell’azienda chimica Sandoz a Schweizerhalle, Svizzera. Venti tonnellate di sostanze pericolose e tossiche quali insetticidi, fungicidi ed erbicidi si riversarono nel Reno, provocando l’inquinamento del fiume, con drammatiche conseguenze per la fauna e la flora.
L’acqua si tinse di rosso, provocando la morte di centinaia di migliaia di pesci, soprattutto anguille, e di numerose altre forme di vita acquatiche. La scia di veleno si diffuse fino a 500 chilometri più a nord, fino ad arrivare al Mare del Nord.
Anche se non ci furono vittime umane, non furono solo flora e fauna a patire le conseguenze del disastro ambientale: nei giorni che seguirono la catastrofe, più di 1.200 persone si recarono dal medico, sofferenti soprattutto di disturbi della respirazione e di irritazioni agli occhi.
LE CONSEGUENZE
La catastrofe scosse il mondo politico e l’opinione pubblica. Con il disastro Sandoz di Schweizerhalle fu tutta l’immagine della chimica svizzera che andò in frantumi e nelle settimane successive all’incendio oltre 10.000 persone sfilarono per le strade della città renana e catene umane si formarono su tutti i ponti del fiume per chiedere ai politici di attivarsi.
Circa 60 miliardi di euro furono stanziati per il „Programma d’Azione Reno“ con investimenti in impianti di depurazione. Concretamente, gli obiettivi erano di ridurre del 50% i prodotti tossici riversati nel fiume e del 70% i metalli pesanti.
Il traguardo è stato raggiunto e l’acqua del Reno oggi è di nuovo idonea al consumo e la fauna acquatica ha ripreso a proliferare. Tuttavia non tutti i problemi sono stati risolti: alcuni metalli pesanti, come lo zinco, il rame, il cadmio, nonché alcuni pesticidi e composti d’azoto, continuano ad inquinare il Reno.
Dopo il disastro Sandoz, come detto, l’opinione pubblica era in fermento e le istituzioni, soprattutto in Germania e in Svizzera, non poterono esimersi dall’iniziare a legiferare a proposito della salvaguardia del patrimonio ambientale, e la materia, così come la intendiamo oggi, iniziò a divenire attuale, favorendo la nascita di nuove aziende che fecero della tutela del nostro ambiente il proprio core-business.
LA NASCITA DENIOS
Fu in questo contesto che il fondatore della nostra azienda, Helmut Dennig, scrisse la prima pagina del libro di una storia di successo che dura ormai da 30 anni.
Dopo oltre trent’anni oggi DENIOS è una affermata multinazionale, leader in questo delicato settore, con 7 siti produttivi, in Germania, Italia, Inghilterra, Repubblica Ceca, Francia, USA e Cina e con ben 18 filiali commerciali distribuite tra Europa, America e Asia.
La competenza DENIOS fa sì che l’azienda si configuri come un partner affidabile per soluzioni all’avanguardia, con un team esperto conoscitore delle legislazioni vigenti localmente, sempre pronto a supportare i clienti nelle specifiche problematiche all’interno di questo delicato settore.