Costa Concordia: i danni ambientali non sono ancora finiti

Costa Concordia: i danni ambientali non sono ancora finiti

La rimozione del relitto dell’imbarcazione Costa Concordia potrebbe causare nuovi danni ambientali dovuti alle acque ancora confinate all’interno dello scafo, contaminate da numerose sostanze inquinanti.

UN CASO SENZA FINE

Continua a sollevare un’infinità di polemiche il caso della Costa Concordia, l’imbarcazione che la sera del 13 gennaio 2012 ha urtato alle 21:42 il più piccolo degli scogli de Le Scole, situato a circa 500 metri dal porto dell’Isola del Giglio, provocando uno squarcio di 70 metri nello scafo e causando numerosi morti e feriti.

Il 16 settembre 2013 ha avuto luogo la prima fase del recupero del relitto, che ha disincagliato la nave dal fondo roccioso riportandola in asse. Al momento è allo studio la seconda fase delle operazioni di recupero, ovverossia il trainamento del relitto verso un porto dove lo stesso possa essere smantellato.

Nei giorni scorsi il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli ha paventato l’ipotesi che questa fase possa essere attuata non in Italia ma bensì in Turchia, scatenando le ire delle associazioni ambientaliste. „Allo stato attuale c’è una soluzione italiana e una turca„, ha dichiarato Gabrielli “ ma la Turchia ha presentato l’offerta più conveniente: 40 milioni di dollari„.  La soluzione italiana sarebbe quella del porto di Civitavecchia, che però è giudicata „fuori mercato“ da Gabrielli, vista la richiesta di ben 200 milioni. Le altre opzioni italiane potrebbero essere Piombino e Genova, ma presentano evidenti criticità: la città toscana non ha un bacino abbastanza grande per le operazioni di smantellamento, mentre il capoluogo ligure dista 5 giorni di navigazione „a traino“, giudicati troppi da Gabrielli.

Il trasporto verso la Turchia, invece, verrebbe attuato tramite la piattaforma galleggiante Vanguard, che comporterebbe notevoli rischi di inquinamento ed è il punto centrale della protesta degli ambientalisti

I RISCHI NEL CARICAMENTO SULLA PIATTAFORMA VANGUARD

Già perchè non va dimenticato che le acque confinate all’interno dello scafo della Concordia contengono ancora 100 tonnellate di oli pesanti, contaminate da  solfuri, arsenico e altri metalli pesanti, come confermato dalla stessa Costa Crociere e dal Ministero dell’Ambiente.

La gestione di queste presenta notevoli criticità, in quanto nel caricare il relitto sul Vanguard tutte le acque contaminate e le sostanze inquinanti fuoriuscirebbero dallo scafo provocando un ulteriore, pesantissimo danno ambientale.

LA NOTA DEGLI AMBIENTALISTI

Basta con il triste balletto dei porti cui abbiamo assistito nell’ultimo anno“ hanno commentato le associazioni Legambiente, Greenpeace e Wwf Italia,  in una nota congiunta, in merito alle dichiarazioni rilasciate da Franco Gabrielli.

Auspichiamo che la soluzione individuata per lo smaltimento della Concordia sia un porto italiano idoneo e che questo drammatico incidente rappresenti l’occasione per dotare il nostro paese delle infrastrutture e del processo produttivo necessari allo smaltimento delle navi“ si legge in questa nota, che vuole rappresentare un manifesto programmatico per le Istituzioni per un’emergenza troppo spesso sottovalutata.

Chiediamo al governo – proseguono le tre associazioni ambientaliste – di indirizzare Costa nella giusta direzione, affinché la società opti per la soluzione più idonea, e non solo per la più economica„. Concludendo chiedendo che la vicenda „non si chiuda con la rimozione del relitto, ma con il ripristino dello stato dei luoghi, la bonifica delle opere, la rimozione del cantiere e il risarcimento del danno ambientale„.

COLLEGAMENTI ESTERNI

La versione integrale della nota congiunta Legambiente, Greenpeace e Wwf Italia

Le dichiarazioni integrali del Capo della Protezione Civile Franco Gabrielli

Maggiori informazioni sulla Costa Concordia

Foto: Di Rvongher (Opera propria) [CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], attraverso Wikimedia Commons

 

 

Über Cristiano Cinacchio

Classe 1985, laureato nel 2011 in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Milano-Bicocca, con tesi in marketing relazionale e fidelizzazione del cliente. Nel marzo 2012 entra a far parte di DENIOS, in un primo momento come updater del db clienti. Da maggio 2013 è responsabile online marketing di DENIOS Italia e content manager di sito web e blog. Negli anni passati in DENIOS ha sviluppato grande familiarità con le tematiche riguardanti lo stoccaggio e la sicurezza sul lavoro nonchè un grande interesse per l'ecologia, la tecnologia industriale e le fonti di energia eco-compatibili.

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